mercoledì 28 novembre 2012

MAMMA... HO PERSO IL CINEPANETTONE!


L’era di Boldi-De Sica, salutata dalla coppia Castellito-De Luigi... in un prequel natalizio “da grido”

Addio alla comicità estrema di una tradizione natalizia che lascia volentieri il testimone alla nuova generazione di cineasti e attori del cinema italiano.

Eppure è successo. Se sembrava impossibile privarsi di quel rito battezzato cinepanettone dall’ultimo ventennio del cinema italiano, oggi dobbiamo arrenderci da quella commedia che è nata in pieno pop anni’80, sotto il patrocinio musicale della Baby Records e il volere “geniale” di Carlo Vanzina, iniziando la multistaffetta con il primo Vacanze di Natale,  progenitore nel nome del virgulto De Sica in Christian, passando dal compagno Jerry Calà a Massimo Boldi, sfruttando quella spensierata verve comica fatta di adolescenziale goliardia sentimentale tanto celebrata dai riusciti e analoghi Sapore di Mare, per continuare ad essere cinema comprimario a tutti gli effetti, senza pretese e soddisfatti di una leggerezza che felicemente lascia il tempo che trova, vedi i vari Yuppies battezzati da Ricci in piena epoca berlusconiana scaturiti dal “Drive in” televisivo e gli assoli di Calà e Mauro di Francesco nei riusciti Chewingum e Vado a vivere da solo.  Oggi? La formula cambia... e con gli stessi ingredienti. Cristiana Capotondi è una trentenne eterna adolescente, proprio come vent’anni fa, quando un americano Luke Perry la faceva sognare, uscito dal Beverly Hills 90210  televisivo,  e ad aspettarla c’era sempre un principe azzurro, ammettiamolo pure... impacciato e fricchettone come il nostro Fabio De Luigi, alle prese con una famiglia comica e dissacratoria, come vuole la tradizione... natalizia e non. Traumatizzati? Ma neanche per sogno! “The show must go on”... e quindi si continua nella stessa maniera, attori sempre più convinti e registi presi in prestito dagli attori. Alessandro Genovesi e Paolo Genovese, rispettivamente registi di Il peggior Natale della mia vita (per il clan De Luigi) e Una famiglia perfetta, quest’ultimo imperniato su un “acrilico” Sergio Castellito in cerca di una felicità ricreata su misura dagli stessi attori, nei ruoli di una finta parentela in stile Nirvana. Pensate sia troppa esagerazione? Avete pensato bene... perchè il divertimento lo vogliamo proprio così... pieno di luci colorate, calde atmosfere in spassose battute sotto l’albero, anche quando il nostro cinema strizza volentieri l’occhio a quello americano... e il risultato è identico. Segno, dunque, che il cinema lo sappiamo fare... e anche meglio di tanti altri (vedi Acciaio, diretto da Stefano Mordini, esempio di un rinnovato neorealismo adeguato ai tempi). Grazie ad Antonio Catania, Diego Abatantuono, Laura Chiatti, Ale e Franz, Francesca Neri, Claudia Gerini, Marco Giallini... insomma, il Natale è sempre Natale, anche se, per dovercelo ricordare, si ricorre a qualche eccesso di convenienza, anticipando le uscite o accostando il tutto alla formula sempreverde del cinema d’animazione... oggi esclusivamente in computergrafica, vedi il pretenzioso Le cinque Leggende, ultimo nato della DreamWorks, adunata analoga di icone festive, tra Santa Claus, tatuato e in stile “capitano, mio capitano” che deve guidare un gruppo di celebrità vacanziere in pericolo, tra cui La fatina dei dentini e uno sbarbatello Jack Frost. ll Natale è salvo... per fortuna!

Paolo Vannucci      

martedì 13 novembre 2012

BREAKING DAWN: IL FINALE DELLA SAGA


Si conclude il romanzo epico di Stephenie Meyer, nella progenie del matrimonio cult del vampiro Edward e Isabella

Robert Pattinson e Kristen Stewart ancora insieme, nel capitolo finale sempre diretto da Bill Condon, mentre è in attesa un prequel dedicato al vampiro della Meyer.

La resa dei conti è giunta al finale, tra entusiasmi e incassi al botteghino, tra discussioni socio-educative di un fenomeno letterario felice per chi è adolescente, leggero per chi osa sognare la giovinezza che fu, godibile per chi pretende un cinema che ricicla  clichè letterari e mode contemporanee... insomma, nel bene e nel male, la “bigottona” Stephenie Meyer ha decisamente travolto un pubblico di spettatori-lettori, stremati dalla maratona dispensata in una quadrilogia (cinque romanzi, con lo spin-off, La seconda breve vita di Bree Tannent, dedicato alla sfortunata neovampira di cui ne è stato dato corpo e anima nella infelice intrusione della prima parte di Breaking Dawn) battezzata cinematograficamente nel 2008 con la regia di Catherine Hardwicke, cianotica rilettura anni ’80 fedele al romanzo, che  ci ha introdotto nel mondo parallelo di lupi e vampiri teenager, dove la truculenza è bandita e la novella in chiave shakespeariana traccia i caratteri di un amore “sofferto” ma sempre a lieto fine. Promesse mantenute nel successivo New Moon, diretto un anno dopo da Chris Weitz, ampia tessitura (non solo musicale, visto la riuscita partitura composta da Alexander Desplat) in terra toscana, introducendo la famiglia dei Volturi manovrati da un mefistofelico Martin Sheen, nei panni del capo clan Aro. Nuovi imprevisti si susseguono al ritmo dei sempreverdi Muse (due hit in quattro film, Supermassive Black Hole e Neutron Star Collision) nel terzo capitolo Eclipse diretto da David Slade, con ampie riletture teatrali da musical, per attirare un’attenzione più matura nei risvolti sociali in cui si evolve lo stesso romanzo, affidando ad Howard Shore l’abile sovranità di tanta manovrata disputa tra lo stesso licantropo Jacob (Taylor Lautner) e un “terroristico” esercito di trucidi neovampiri che vogliono minacciare l’unione di Edward e Bella. La maturazione definitiva avviene con il neoassunto Bill Condon per il tanto atteso matrimonio tra i due giovani, con sulfuree riprese da soap opera, per l’amplesso più “complicato” che si possa raggirare, con una gravidanza che introduce la tanto attesa trasformazione di Isabella in vampiro (gli effetti speciali da CGI sempre affidati al Tippett Studio)  e la piccola Renesmee.  Oggi siamo alla svolta finale, tra le problematiche della coppia di neogenitori che vedono la loro amorevole figlia semiumana (la piccola  Mackenzie Foy) crescere, contesa dalle attenzioni dei Volturi, drasticamente mortali nella patriarcale sentenza di un diritto che viene energicamente sostenuto dalla famiglia Cullen, aiutata dai vampiri “buoni”  dei clan di tutto il mondo, chiamati a difendere il proprio diritto alla famiglia. I giochi sono aperti, in questa epica conclusione che ci ha visto maturare, almeno in parte, ammettendo che l’innocenza rimessa nelle pagine di un budget milionario può servire realmente a fare riflettere una moralità che sempre ha vacillato, quando le tematiche si spogliano di una malizia che, volentieri, la cinica visione adulta lascia alla purezza di quell’amore, non solo sognato dagli adolescenti di ogni generazione e parte. E voi, da che parte state?


Paolo Vannucci