venerdì 2 febbraio 2018

DiCinema: la nuova Hollywood

DiCINEMA: GARY OLDMAN
Un viaggio nello star system mondiale, per conoscere gli attori e i registi che hanno rinnovato l’ultima generazione di miti in celluloide
Volto carismatico del nuovo cinema, il talento che ha saputo imporsi da grande protagonista nella mecca hollywoodiana, nelle qualità di attore di Gary Oldman.
La duttilità e il carisma sono le qualità principali per un attore che cerca di imporsi nel panorama del cinema mondiale, non ci sono dubbi. Bene, Gary Oldman ha il privilegio di possederle entrambe, e non per fortuna voluta al caso. Di natali londinesi (classe 1958) e di modeste origini, con un padre alcolizzato che abbandona la famiglia quando Gary aveva solo sette anni, si avvicna all'arte studiando il pianoforte da autodidatta, per avvicinarsi al teatro studiando recitazione al Greenwich Young People's Theatre. Diplomatosi, debutta alla televisione britannica con alcuni film, tra i quali Meantime di Mike Leigh. Ma il primo ruolo di rilievo arriva con il biopic diretto da Alex Cox, Sid & Nancy, vestendo il ruolo di Sid Vicious, bassita dei Sex Pistols. La carriera di Gary sembra avviarsi al successo e Stephen Frears lo vuole per il suo Prick Up L'importanza di essere Joe. Segue il più fortunato Legge Criminale (di Martin Campbell, 1988), con al fianco Kevin Bacon in un thriller psicologico nelle aule di tribunale. Tom Stoppard lo reclama nell'ambizioso Rosencrantz & Guildenstern sono morti, insieme all'amico Tim Roth (film che si aggiudica il Leone d'Oro alla 47° Mostra del Cinema di Venezia). Decisamente avviato al grande successo di pubblico, i ruoli di Oldman si fanno sempre più densi ed estremizzati, a cominciare da Stato di Grazia di Phil Joanou. Oliver Stone lo sceglie per impersonare il Killer di Kennedy nella ricostruzione affidata al riuscito JFK Un caso ancora aperto, a cui segue uno dei ruoli più incisivi nella carriera dell'attore, per mano di Francis Ford Coppola che lo vuole per la caratterizzazione del celebre vampiro in Dracula di Bram Stoker, al fianco di Winona Ryder e Keanu Reeves. Luc Besson lo inserisce nel cast di Léon, mentre Bernard Rose gli offre il privilegio di vestire i panni di Ludwig van Beethoven, in L'Amata Immortale con al fianco Isabella Rossellini. Roland Joffé lo vuole per La Lettera Scarlatta, al fianco di Demi Moore, mentre Luc Besson lo reclama nuovamente per il suo riuscito Il Quinto Elemento, dramma fanta-apocalittico di ampio respiro, al fianco di Bruce Willis. Christopher Nolan lo sceglie per impersonare il commissario Gordon nella sua trilogia del Cavaliere Oscuro, mentre Robert Zemeckis lo digitalizza nella caratterizzazione in computer grafica di A Christmas Carol. Catherine Hardwicke lo inserisce nel cast di Cappuccetto Rosso Sangue, a cui segue la partecipazione nella fortunata saga di Harry Potter, nel secondo episodio “I Doni della Morte”. Finalmente arriva la prima candidatura all'Oscar per miglior attore con il film firmato da Tomas Alfredson, La Talpa. Seguono ruoli fantasy nei riusciti RoboCop (di José Padiha) e Apes Revolutions Il Pianeta delle Scimmie di Matt Reeves. Daniel Espinosa lo vuole nel suo Child 44, mentre Patrick Hughes lo reclama nel cast del suo distruttivo e demenziale Come ti ammazzo il bodyguard. Una serie, quindi, di ruoli che hanno sempre contraddistinto il carisma potente di un attore versatile che ha sempre caratterizzato al meglio ogni sua interpretazione. Una plasticità che lo ha portato a rivestire una delle più autorevoli caratterizzazioni nel biopic diretto da Joe Wright, L'ora più buia. Una meticolosa ricostruzione storica riversata nel carisma di Winston Churchill, trasformando l'attore nel primo ministro britannico, portandogli il primo Golden Globe della sua carriera.
Paolo Vannucci